Predica in Pillole di don Ambrogio 13/12/2020
In Siberia in un piccolo villaggio si svolgeva ogni anno una maratona: era la festa del paese, il momento più atteso. La maratona è una gara di per sé già difficilissima; immaginatevi correrla nella neve e con temperature abbondantemente sotto lo zero…! Un anno si iscrissero alla gara anche un gruppetto di ragazzini locali. Nessuno di loro aveva in mente di vincere: il loro obbiettivo era arrivare in fondo. Il giorno della gara si radunò una gran folla di persone per vedere e fare il tifo: quasi nessuno in realtà credeva possibile che i ragazzini riuscissero nel loro obbiettivo. “Mi fanno quasi pena: non ce la faranno mai!” commentava un vecchio atleta che aveva il record di partecipazione alla maratona. E quando la gara iniziò la preoccupazione della gente cresceva sempre di più: “scoppierà loro il cuore: qualcuno li fermi!” (diceva la loro maestra). Gli atleti più esperti li mettevano in guardia: “dopo metà gara verrà il peggio: se non hai più energie rischi il congelamento”. Alcune mamme gridavano: “tanto non ce la farai: fermati adesso prima che ti venga un accidente”. E ad uno ad uno i ragazzi si fermavano: qualcuno già al primo km, qualcuno alle prime avvisaglie di congelamento…. Tutti tranne uno che arrivò fino al traguardo (anche se con grande sforzo). Tutti volevano sapere come avesse fatto: che tipo di allenamento aveva fatto, come si era alimentato, come si era vestito; insomma qual era il suo segreto. E scoprirono che il suo segreto era uno solo: semplicemente era sordo.
E così, a differenza degli altri, non aveva sentito quegli adulti che lo scoraggiavano e ha potuto portare a termine il suo sogno. Questi ragazzi avevano tutti un grande sogno: uno solo l’ha portato a termine perché ci ha creduto fino in fondo e non ha ascoltato (perché era sordo) la voce di chi gli diceva di lasciar perdere, che non ce l’avrebbe fatta, che il suo sforzo sarebbe stato inutile. E’ la voce del buon senso, del realismo, della tranquillità. Ha ascoltato piuttosto quella voce interiore che gli diceva di non mollare, di tener duro, che il traguardo era possibile: la voce del sognatore.
Come la voce di Isaia che in un tempo calamitoso rilancia il sogno di Dio: il sogno di un mondo in pace, giusto, solidale: “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; / il vitello e il leoncello pascoleranno insieme / e un piccolo fanciullo li guiderà/ / Il lattante giocherà tranquillamente sulla buca della vipera; / Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno…..” E lsaia non è un illuso: lui crede che tutto questo si realizzerà perchè confida in Dio che manderà qualcuno ( il “virgulto del tronco di Iesse”) pieno dello spirito del Signore, che “prenderà decisioni eque per gli umili della terra” e si vestirà di giustizia e di fedeltà.
O come Giovanni Battista che si autodefinisce “voce di uno che grida nel deserto”. E questa voce ci invita a “raddrizzare la via del Signore”, a cambiare strada: se c’è qualcosa che non va (nella nostra vita e nella società) diamoci da fare per raddrizzarla, per cambiarla. Si può. Niente è ineluttabile. Tutto è possibile per chi confida in Dio.
Ascoltiamo le voci giuste: quelle che ci richiamano alla fraternità alla solidarietà, alla giustizia e alla pace. Anche se sono “voci che gridano nel deserto”. E’ il momento giusto per farlo.
Buona domenica e buon Avvento
Don Ambrogio